Come parlare di sessualità in famiglia? Da che età cominciare? Vediamo come fare per fornire una buona educazione affettiva e sessuale ai nostri figli
“Mamma, come nascono i bambini?” è la domanda che terrorizza tanti genitori, che vengono presi dal panico nel momento in cui i propri figli si avvicinano a parlare di sessualità.
Qualcuno va sulle classiche cicogne, cavoli o api e fiori; qualcun altro cerca di rimandare con un “te lo spiego quando sei più grande” o di passare la patata bollente all’altro genitore; quello che è comune è la sensazione di imbarazzo nell’affrontare un tema così delicato e intimo come quello della sessualità con i propri figli.
Non c’è nulla di male ad essere in imbarazzo, il problema è che molto spesso non vogliamo darlo a vedere e cerchiamo di mostrarci sicuri e a nostro agio nel parlare di certi argomenti, quando in realtà non lo siamo affatto. I figli però, sono molto bravi a fiutare l’imbarazzo, anche quando ci sembra di averlo camuffato per bene: quando ciò accade, passa il messaggio che si è toccato un argomento del quale con la mamma o il papà non si può parlare. Questo può portare i bambini e i ragazzi ad evitare di parlare nuovamente con i genitori e a cercare risposte altrove: dai coetanei o su internet, per esempio. Risposte che non sempre sono adeguate all’età e che spesso non aiutano i ragazzi ad avvicinarsi al mondo dell’intimità in modo responsabile e consapevole.
Per trovare il modo di essere a nostro agio nel trattare questa spinosa tematica, partiamo prima di tutto con il capire per quale motivo è importante parlare di sesso in famiglia e da quale età è bene cominciare ad affrontare l’argomento.
Perché è importante parlare di sessualità in famiglia?
La sessualità è una tematica molto intima e molto delicata, rispetto alla quale ciascun genitore vorrebbe il meglio per i propri figli: vorremmo che i nostri figli non facessero le loro prime esperienze sessuali troppo presto, abbiamo paura delle possibili gravidanze indesiderate, temiamo che possano incontrare qualcuno che “li usi” per il loro corpo e che questo possa farli stare molto male…
Quello di cui tutti siamo consapevoli e che ci spaventa è che, quando i nostri figli faranno le loro prime esperienze sessuali, noi non saremo lì con loro (e per fortuna!). Con l’ingresso in adolescenza, i ragazzi affrontano per la seconda volta nella loro vita quello che viene chiamato “processo di separazione- individuazione”: come quando da piccoli hanno iniziato ad esplorare il mondo senza di noi, andando all’asilo o a casa dei nonni, così l’adolescenza spinge i ragazzi a fare dei nuovi tentativi di autonomia e questo è fisiologico per un sano sviluppo della persona nella sua interezza. Come genitori, l’unica cosa che possiamo fare è fornire loro gli strumenti per cavarsela nel migliore dei modi quando si affacciano al mondo senza di noi.
Proprio per questo è importante che l’educazione all’affettività e alla sessualità parta dalla famiglia: in questo modo possiamo trasmettere ai nostri ragazzi i valori che per noi sono importanti (ogni famiglia ha i suoi!), dando loro dei criteri che li possano orientare nel complicato mondo delle relazioni.
A quale età si può iniziare a parlare di sesso con i propri figli?
La risposta è che… non è mai troppo presto!
Ricordiamoci che un rapporto sessuale non è certo il primo step per entrare nel mondo delle relazioni. Anzi, potremmo dire che è l’ultimo, il grado di intimità maggiore che possiamo raggiungere con un’altra persona.
La sessualità si costruisce a partire dai gesti di affetto e di intimità più precoci che sperimentiamo nella nostra vita: le mani della mamma che ci fanno il bagnetto, le coccole tra le braccia del papà, gli abbracci con gli amici, il primo bacio…
Proprio per questo non c’è un’età prima della quale non si possa parlare della sessualità con i propri figli; naturalmente bisogna farlo con le parole adatte all’età e sugli aspetti che a una certa età i bambini possono comprendere.
Possiamo dire che nei primi tre anni di vita, l’educazione sessuale deve favorire la conoscenza di come è fatto il corpo: per esempio, una buona prassi è nominare le varie parti, compresi i genitali, nel momento del cambio o del bagnetto.
Quando i bambini passano alla scuola dell’infanzia li possiamo accompagnare nella scoperta, che faranno spontaneamente, delle differenze tra maschi e femmine. Tra i tre e i sei anni è importante iniziare ad introdurre anche le regole di auto-protezione (ad esempio “nessuno può chiederti di toccare o vedere le tue parti intime”), per creare consapevolezza sul fatto che se il contatto fisico mette a disagio non siamo noi sbagliati, ma è sbagliata la situazione.
Durante la scuola primaria spesso i bambini hanno delle domande: è molto importante accoglierle, verificando perché ce le stanno ponendo. A questa età si può introdurre il concetto di gradualità dei gesti dell’amore per aiutare i bambini a collocarli nelle diverse fasi della vita e a riconoscere che alcuni gesti riguardano solo il mondo dei grandi. È il momento giusto anche per spiegare come nascono i bambini, magari partendo proprio dalla loro storia che inizia con l’amore tra la mamma e il papà, usando anche termini più scientifici come ovulo, spermatozoo e feto.
Alle scuole medie, infine, è importante parlare con i ragazzi delle trasformazioni che il corpo subisce con la pubertà, aiutandoli a capire come funziona il corpo e come ci si prende cura di esso. Si può parlare del piacere che si può provare col corpo e del concetto di intimità tra due persone: rispetto, empatia e responsabilità devono essere il focus su cui basare la relazione con l’altro (e, a proposito di responsabilità, è questo il momento per parlare delle implicazioni del fare l’amore: gravidanza e malattie sessualmente trasmissibili. E di contraccezione.).
Vediamo ora i 7 passaggi indispensabili per parlare di sesso con i propri figli, senza sentirsi a disagio!
- Non fare finta di non essere imbarazzato
Se siamo imbarazzati di fronte a una domanda dei nostri figli è molto importante dirlo, in modo da non dover fare lo sforzo di mantenere nascosta questa emozione. Questo renderà molto più distesa la conversazione e ci darà modo di parlare con nostro figlio del fatto che la sessualità è un argomento molto importante che può mettere in imbarazzo anche i grandi, ma che è stato molto bravo a decidere di parlarne con noi.
- Non devi per forza rispondere subito
Se non abbiamo una risposta buona da dare subito, o se ci sentiamo troppo in imbarazzo in quel momento, possiamo dire a nostro figlio che la domanda che ci ha fatto è molto importante e che quindi per dargli una risposta all’altezza abbiamo bisogno di pensarci un po’. È fondamentale però mantenere la promessa, e riprendere l’argomento nei giorni successivi!
- Scegli il luogo e il tempo giusto
È possibile rimandare la risposta anche ad un momento più adeguato, quando per esempio avete abbastanza tempo per parlare con calma e senza essere interrotti. La fretta non è mai amica dei discorsi importanti; inoltre rimandare la conversazione a un momento dedicato è un valido modo per insegnare il valore della riservatezza e della cura per i pensieri più intimi.
- Raccogli gli spunti che tuo figlio ti offre
Perché un intervento di educazione affettiva sia efficace deve sempre partire da uno spunto dato dal ragazzo; un genitore che si siede a tavolino a spiegare cos’è un porno al figlio dodicenne che non lo ha chiesto, ma solo perché “qualcuno gliene deve parlare”, non solo non è efficace, ma crea imbarazzo e allontana dalla possibilità di parlarne al momento giusto. I ragazzi seminano briciole continuamente nelle conversazioni quotidiane: a quelle dobbiamo prestare attenzione e, se possibile, raccoglierle.
- Più sì e meno no
Immagina di parlare della sessualità come se dovessi spiegare come si gioca a calcio: non ti sogneresti mai di partire dalle cose che non si possono fare, dalle sanzioni o dai divieti, ma ti concentreresti piuttosto sulle cose che bisogna fare per raggiungere l’obiettivo e su quanto può essere divertente e soddisfacente giocare una partita. Allo stesso modo dobbiamo raccontare ai ragazzi che la sessualità è una cosa bella e preziosa nella vita di una persona, per questo va vissuta senza fretta, con la giusta attenzione e consapevolezza.
- Sospendi il giudizio
Per tuo figlio, fare a te una domanda riguardante la sessualità può essere stato il frutto di una lunga riflessione, piena di dubbi e titubanze. È molto importante che la risposta che avrà da te gli mostri prima di tutto che tu sei disponibile ad ascoltarlo e che vuoi davvero stargli vicino senza giudicarlo in quello che ti sta raccontando. Devi prestare tutta l’attenzione possibile per non passargli il messaggio (che può essere molto doloroso e umiliante!) che lui è sbagliato: se ti fa una domanda o una confidenza, è perché ha già riconosciuto che tu ne sai di più e ti ha scelto per condividere qualcosa di molto importante per lui, su cui magari ha dei dubbi… e questo è molto prezioso per la vostra relazione!
- Pensa alla tua esperienza
Può essere molto rassicurante per un ragazzo sapere che anche un genitore alla sua età aveva dubbi e domande simili alle sue: se è così, glielo puoi dire, raccontandogli che anche per te non è stato sempre tutto chiaro ma lo hai imparato col tempo. In generale, parlare di sessualità vuol dire parlare delle emozioni che il contatto con il corpo di qualcun altro suscita in noi: pensa a cosa ha voluto dire per te il primo bacio, che sensazione ti dà essere abbracciato dal tuo partner… e parla di questo a tuo figlio! Naturalmente non significa condividere con lui dettagli della tua vita sessuale (ricordiamoci che dobbiamo sempre proteggere i minori da contenuti non adatti a loro), ma fargli capire che la sessualità è qualcosa che si scopre col tempo e che centra con la persona nella sua interezza, e non solo col suo corpo.
E ora tocca a voi! Lasciate un commento per raccontarci come è andata!