Avete preso la decisione di rivolgervi a uno psicologo psicoterapeuta. E adesso? Come scegliere chi contattare? Cosa valutare per individuare il professionista giusto?
La ricerca del terapeuta a cui rivolgersi può essere spesso un’operazione lunga e faticosa, accompagnata da dubbi e indecisioni. Soprattutto se la ricerca avviene tramite internet, può non essere semplice individuare il professionista a cui rivolgersi: la sensazione può essere quella di doversi affidare a qualcuno “a scatola chiusa”, senza sapere se si tratta proprio della persona giusta per noi.
Come faccio a sapere se questo professionista è valido?
Questo terapeuta saprà capire come mi sento? Mi troverò bene?
A ciò si aggiunge il fatto che gli approcci clinici sono molteplici e differenti e non è sempre facile per i “non addetti ai lavori” distinguere le peculiarità dell’uno e dell’altro.
Qual è la differenza tra l’orientamento psicanalitico e l’approccio sistemico?
È meglio una terapia cognitivo- comportamentale o una psicoterapia psicodinamica?
Se verificare l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi è indispensabile per avere garanzia di professionalità e affidabilità del terapeuta, è anche vero che il colloquio psicologico è un incontro particolare e delicato, proprio perché prima ancora dell’incontro tra un professionista e un cliente c’è l’incontro tra due persone.
Diversi studi, infatti, dimostrano come esista una serie di fattori comuni a tutte (o quasi) le terapie, responsabili dei benefici della psicoterapia, più degli elementi peculiari dei vari approcci.
Questo significa che l’adozione di uno specifico approccio (psicanalitico, sistemico, cognitivo- comportamentale…) nella pratica clinica non è l’elemento primario che indica il percorso di cura del paziente, bensì solo uno dei molti fattori che concorrono al cambiamento della persona.
Tra i fattori rilevanti nel determinare l’esito di una psicoterapia, ci sono la qualità del legame tra paziente e terapeuta e la sua connotazione emotiva, l’alleanza terapeutica, l’empatia, la buona considerazione dell’altro.
Tutti questi elementi, molto soggettivi, possono essere sperimentati solo nel momento dell’incontro. Per questo motivo, offro sempre un primo colloquio gratuito: penso sia importante per la persona che ho di fronte vedere, senza impegno, come lavoro, in modo da garantirle la possibilità di valutare e scegliere in completa libertà se il mio approccio e il lavoro che possiamo fare insieme le è utile e si sente “comoda”.
Detto questo, ritengo tuttavia che conoscere la base teorica dalla quale si muove un terapeuta, e di conseguenza il modo in cui lavora nella pratica clinica, possa essere di aiuto per iniziare ad orientarsi verso un tipo di terapia affine a sé.
Il mio approccio ha un orientamento psicodinamico relazionale: la persona e il suo vissuto, ovvero ciò che sente ed è importante per lei in quel momento, hanno un ruolo centrale nella terapia.
Il fondamento teorico da cui parto è che ogni persona è responsabile del proprio benessere psichico. Nulla, compresa la terapia, può essere fatto al posto di qualcun altro: partiamo tutti dalla stessa dignità, libertà e potenzialità di salute, qualità intrinseche delle persone quanto tali. Ciò che muove il lavoro terapeutico è infatti la domanda di aiuto del paziente, che nessuno, compreso il terapeuta, può formulare al suo posto.
Credo che il lavoro dello psicologo si fondi su una professionalità solida, che necessita di continuo aggiornamento e supervisione, all’interno di una cornice empatica e accogliente.